di Maddalena Libertini
L’hub culturale Casa Sanlorenzo inaugura la sua attività nella città lagunare con una installazione di Fabrizio Ferri sull’inquinamento dei mari e la fragilità dell’ecosistema. Un richiamo a reagire a cui prestano il proprio volto Sting e altre star internazionali.
Chi scende dal vaporetto della linea 1 – la più bella di Venezia, che attraversa l’intero Canal Grande – alla fermata Salute nota oggi una presenza che prima passava inosservata rispetto alla grande mole della Basilica di Baldassarre Longhena: un elegante edificio su due livelli posto accanto all’abside di San Gregorio. È Casa Sanlorenzo, nuovo spazio culturale collocato in un punto strategico, sul breve percorso che collega due colossi dell’arte, Punta della Dogana e la Collezione Peggy Guggenheim. Ad attirare ora l’attenzione verso questo villino anni ’40 e a invitare ad avvicinarsi è lo striscione che segnala la mostra Breathtaking e il ponte pedonale, restaurato come l’intero fabbricato dall’architetto designer e, in questo caso, anche direttore artistico Piero Lissoni.
Il primo settembre Casa Sanlorenzo ha aperto la sua programmazione con l’installazione del fotografo Fabrizio Ferri, che aveva esordito ad aprile al Museo di Storia Naturale di Milano e viene qui riproposta in una nuova versione che vede la partecipazione di Sting. Il tema è urgente: l’inquinamento ambientale delle plastiche nei mari. Ferri ha incardinato la sua opera sui ritratti di 12 talenti internazionali del mondo dello spettacolo che hanno raccolto e incarnato la sua denuncia. Oltre al musicista e attivista britannico, ci sono Willem Dafoe, Isabella Rossellini, Naomi Watts, Susan Sarandon, Charlotte Gainsbourg, Helena Christensen, Misty Copeland, Julianne Moore, Carolyn Murphy, Bridget Moynahan, Gala Gonzalez. “Fabrizio Ferri non ci offre fotografie: ci consegna testimonianze”, ha scritto uno dei due curatori, Cristiano Seganfreddo, definendo l’istallazione un “Manifesto delle responsabilità”.
Il grido silenzioso di aiuto che viene dal mare
Situata al primo piano del villino, l’opera di Ferri è introdotta dai testi curatoriali, dalla gigantografia di un chiodo forgiato a mano e dai dati scientifici che restituiscono la dimensione del fenomeno presentati dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’artista chiede una partecipazione immersiva dello spettatore, che viene invitato a indossare cuffie insonorizzanti e ad attraversare un piccolo spazio di filtro completamente buio. L’eliminazione del suono è stata suggerita da Marina Abramovic per ricreare la sensazione del silenzio delle profondità marine. Dopo questo reset sensoriale, visivo e uditivo, si entra nella sala dell’istallazione. Qui sulle pareti nere sono appesi tredici grandi stampe fotografiche, illuminate con degli spot nell’oscurità dell’ambiente. Sono quasi tutti primi o primissimi piani di volti soffocati o intrappolati da rifiuti plastici. Quello di Isabella Rossellini è trafitto da cannucce, quello di Willem Dafoe imbavagliato da un copertone. Solo nelle foto di Misty Copeland e Charlotte Gainsbourg si vedono anche i corpi: quello della ballerina tenta inutilmente di liberarsi, quello dell’attrice è rassegnato, imprigionato nel sudario di plastica. A terra, al centro, una bara di vetro che contiene acqua di mare e il chiodo di ferro battuto funge da perno fisico dei messaggi immateriali trasmessi dall’opera. Sepolcro e reliquiario, è il monito che dà concretezza alla drammaticità espressa dalle immagini. Sono pochi gli elementi che compongono Breathtaking, ma tutti intensamente caricati di energia simbolica. Lo sottolinea l’altra curatrice, Geraldina Polverelli Ferri, soffermandosi sul velo e sul chiodo, che rimandano all’iconografia della crocifissione: “Il velo di plastica soffoca; il chiodo immobilizza. Insieme, mettono in scena un doppio vincolo: quello dell’intrappolamento ambientale e quello del sacrificio simbolico”. Il chiodo introduce, senza mostrarla direttamente, la componente della violenza spietata e insensata del martirio di creature innocenti. Ma sostituendo gli esseri umani agli animali, il fotografo ci ricorda che tutto il danno che facciamo all’ambiente, lo facciamo irrimediabilmente a noi stessi. La curatrice riannoda il lavoro di Ferri alla tradizione pittorica italiana, in particolare al chiaroscuro barocco intriso di tragicità di Caravaggio e di Artemisia Gentileschi, e al virtuosistico capolavoro scultoreo di Giuseppe Sanmartino, Il Cristo velato. Entrambe le opere rappresentano “un’icona della fragilità umana sospesa tra nascondimento e rivelazione” e “impiegano il velo come strumento di trasfigurazione. Nelle mani di Sanmartino, la morte è santificata. In quelle di Ferri, la vita è allo stremo”.
Inchiodati alla realtà dei fatti
Nel 2021 il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha riconosciuto il “Diritto umano ad un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile” e nel 2022 l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente, con la risoluzione 5/14, ha avviato il percorso per porre fine all’inquinamento da plastica. Tuttavia i dati riportati dall’Università Cattolica dicono che, se i trend non cambiano, la produzione globale di plastiche potrebbe salire dagli attuali quasi 500 milioni di tonnellate a oltre 1,2 miliardi nel 2060. E sono circa 23 milioni le tonnellate di rifiuti plastici che vengono disperse nell’ambiente e che finiscono negli ecosistemi acquatici, prevalentemente bottiglie e buste. La plastica è un materiale che scompare e non si degrada, ma si disaggrega in frammenti sempre più piccoli. Micro e nanoplastiche sono ovunque: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha misurato concentrazioni tra le 0.2 e le 6900 particelle di microplastiche per litro di acqua potabile, vicine e anche a superiori a 1 per g nei pesci, tra i 45 e 317 mg/ g nel riso. In media si ingeriscono tramite la dieta tra le 0.008 e le 1395 particelle di plastiche al giorno. Le più pericolose sono considerate le nanoplastiche che possono essere assorbite dalle piante ed entrare nelle catene trofiche fino a raggiungere gli esseri umani. Nell’equivalenza tra respiro e vita, Breathtaking è quindi un appello alla responsabilità individuale e collettiva per la sopravvivenza del pianeta e di tutti i suoi abitanti.
Cultura e impegno
Casa Sanlorenzo è la sede veneziana di Sanlorenzo Arts, l’incubatore creativo di Sanlorenzo, gruppo leader della nautica di lusso. Massimo Perotti, Executive Chairman Sanlorenzo l’ha definita “uno spazio di ricerca, dove l’arte non decora, ma interroga. È una naturale estensione della nostra filosofia, per la quale bellezza e responsabilità vanno di pari passo”. A proposito di questo evento inaugurale dell’attività di Casa Sanlorenzo ha aggiunto: “Con Breathtaking, apriamo le nostre porte non solo all’arte, ma a un dialogo più profondo sul futuro dei nostri oceani. Questa non è solo un’installazione. È una dichiarazione di intenti”. L’hub culturale si prefigge quindi l’obiettivo di essere un laboratorio di esplorazione interdisciplinare tra arte, design, mare e sostenibilità, temi per i quali è difficile immaginare un luogo più indicato di Venezia.
L’installazione Breathtaking, realizzata grazie al sostegno di Credem Euromobiliare Private Banking, sarà visitabile fino al 23 novembre 2025.