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Messo in salvo il Bambino Migrante di Banksy

Messo in salvo il Bambino Migrante di Banksy

8 Agosto 2025

di Maddalena Libertini

Banca Ifis ha avviato il restauro del murale veneziano, una delle due opere ufficialmente riconosciute dall’artista presenti in Italia.

Era il 9 maggio 2019 quando nella città di Venezia, sul muro di palazzo San Pantalon nel sestiere di Santa Croce, comparve The Migrant Child, l’immagine in bianco e nero di un bambino con indosso un giubbotto salvagente e in mano una torcia di segnalazione accesa, da cui si sprigionava un fumo color fucsia. L’opera era stata realizzata nella notte precedente e, pur non essendo stata sul momento rivendicata, era stato da subito chiaro che fosse da attribuire a Banksy.

Pochi giorni dopo, in coincidenza con l’apertura della Biennale Arte 2019, un pittore ambulante –forse l’artista stesso – sistemava accanto a Palazzo Ducale la propria bancarella abusiva con dipinti che raffiguravano un’enorme nave da crociera in mezzo ai canali veneziani, denunciandone l’ingombrante presenza nel bacino di San Marco. L’azione performativa intitolata Oil in Venice era diventata virale nel giro di poche ore e, nel sottotesto, faceva riferimento anche al mancato invito alla star della street art a partecipare alla kermesse veneziana.

Quell’anno il curatore della Biennale, Ralph Rugoff, aveva scelto un titolo profetico, May You Live in Interesting Times, derivato da una antica maledizione cinese che con “tempi interessanti” intende periodi di incertezza e disordine. Da allora ci siamo ritrovati in una pandemia globale, una stagione di conflitti bellici, un’accelerazione delle emergenze ambientali e uno stato perenne di crisi geopolitica ma almeno, da agosto 2021, è stato vietato il passaggio delle grandi navi da crociera a Venezia.

Il recupero conservativo dell’opera

Dopo anni con i piedi immersi nell’acqua del canale ed esposto agli agenti atmosferici e all’umidità e alla salsedine della laguna, The Migrant Child non versava in buone condizioni. Il problema si era posto già nel 2023 quando il Ministero della Cultura aveva lanciato un appello per il restauro e la messa in sicurezza dell’opera. A rispondere è stata Banca Ifis, che ha deciso di farsi carico dell’intervento. Nel 2024, la banca ha rilevato la proprietà di Palazzo San Pantalon, che versava in uno stato di abbandono e incuria, e ha fatto partire il progetto di salvaguardia dell’opera. I lavori sono iniziati il 3 giugno 2025 e sono stati affidati al restauratore Federico Borgogni, già responsabile di aver condotto nel Regno Unito il recupero di altri due murali attribuiti a Banksy, Gorilla in a Pink Mask e Aachoo!!, entrambi con la tecnica del distacco usata per gli affreschi.

Nella prima fase Borgogni ha proceduto con la depolveratura, il consolidamento superficiale e in profondità e la pulitura delle superfici, per poi preparare le operazioni più delicate: la separazione dell’intonaco e il distacco della porzione di parete. L’asportazione è avvenuta nella notte tra il 23 e il 24 luglio. Un procedimento inconsueto e innovativo in Italia.

Attualmente, la sezione muraria è stata trasferita in laboratorio, dove è in corso il riposizionamento su un nuovo supporto alleggerito e stabile, idoneo a garantire la conservazione a lungo termine e permettere future modalità di esposizione al pubblico. Le ultime fasi del restauro prevedono stuccature delle lacune e reintegrazioni pittoriche minime, eseguite nel rispetto dell’originale secondo i principi della riconoscibilità e della reversibilità.

Il futuro di Palazzo San Pantalon

Posto all’incrocio tra tre sestrieri, Santa Croce, Dorsoduro e San Polo, a pochissimi minuti dalla Basilica dei Frari e dalla Scuola Grande di San Rocco, palazzo San Pantalon è documentato già nel 1500 nella celebre pianta della città di Jacopo de Barbari. Si sviluppa su tre livelli per 400 mq complessivi, con un ingresso da terra e una porta d’acqua, accanto alla quale si trovava il murale di Banksy.

L’occasione del restauro di The Migrant Child con l’acquisto del palazzo ha dato l’abbrivio per il recupero e la riqualificazione di tutto l’edificio. Banca Ifis ha indetto un bando internazionale, vinto dallo studio Zaha Hadid Architects, attualmente impegnato nelle operazioni preliminari all’avvio dei lavori. L’obiettivo è restituire il palazzo alla città, trasformandolo in uno spazio che ospiterà attività espositive legate alla cultura contemporanea e ai giovani artisti, in collaborazione con la Biennale di Venezia.

L’iniziativa rientra nel più ampio progetto Ifis art, ideato dal presidente di Banca Ifis Ernesto Fürstenberg Fassio per riunire tutte le iniziative culturali della banca in campo culturale. Tra queste, il Parco Internazionale di Scultura a Villa Fürstenberg (Mestre); l’acquisto e il restauro di 12 busti in gesso di Canova – al momento esposti alla Pinacoteca di Brera a Milano –; la sponsorizzazione del Padiglione Italia alla Biennale e degli appuntamenti del Public Program; l’acquisizione della collezione di Mario Ceroli, finalizzata alla creazione di una Casa Museo dell’artista.

“Abbiamo scelto di intervenire come Banca Ifis, su impulso del Ministero della Cultura, perché la tutela del patrimonio artistico non è solo un dovere istituzionale, ma una responsabilità culturale. È proprio questo lo spirito con cui è nato Ifis Art: un progetto dedicato alla protezione e valorizzazione dell’arte e della cultura, con un’attenzione particolare verso opere che sono al contempo espressione estetica e veicolo di significati profondi e attuali”, ha detto Ernesto Fürstenberg Fassio.